l'eco delle parole

... a volte è una canzone, altre un film, spesso un libro, persino un incontro... inciampi in una frase, in un concetto che, per un giorno o costantemente, ti risuona nella testa... forse è così che quelle parole diventano tue.

   

L'incerto compromesso tra la mia anima e il suo riflesso.
(Subsonica)

______________________________________________________________________ 

 

 
grandi lampi d'estate
Post n°769 pubblicato il 08 Luglio 2010 da sednaa
 
 
Ho una passione per i lamponi, si sa.  Ci sono questi due cespugli dietro casa mia che ogni anno mi regalano momenti di assoluta beatitudine… che non è solo una questione di papille gustative,  ma è anche il rituale di fermarsi in un posto  per me importante, assorbire colori ed odori dell’estate che porto dentro e che non vivo fuori, disporre di una cosa assolutamente mia.  Perché, non so se si è capito, io non sono un tipo da preparare marmallate, no, io i lamponi me li mangio direttamente dalla pianta (che poi non sarebbero neanche sufficienti) e non li divido con nessuno. A parte con gli sciami di insettini che avrebbero la pretesa di contendermi il prezioso bottino, ovviamente. 
Peccato che adesso, agli animaletti reali, si sono aggiunti  pure quelli "presunti" che mi vagano nell'occhio ed in situazioni del genere mi confondo più che mai. Ora, non la voglio fare tanto tragica... come ho  già detto, ci si abitua a tutto, anche a vederci un pochino di meno, no? Solo che, non so, mentre ero lì, stasera, nel mio piccolo angolino di limitato paradiso, mi è venuto da pensare che era davvero un peccato aver di colpo perso una parte di quella luce che mi riempiva occhi e mente. E' stato un pensiero di un istante, una consapevolezza triste, un sapore fortemente amaro subito compensato da quello dolce dei miei piccoli frutti rossi. 
E mi sono resa conto che in questi anni ci sono stati così tanti cambiamenti irreversibili ed io mi sono sempre detta che era indispensabile guardare avanti senza lasciarsi fuorviare dal "come sarebbe stato se....",  e mi sembrava pure di esserci riuscita, di essere stata brava. Però poi, in certi momenti, sento quell'amaro intenso, sommatoria di infiniti altri amari, arrivarmi in bocca perché è davvero un peccato che alcune cose siano andate così, e allora, capisco di avere bisogno di qualcosa di veramente dolce per cancellare il sapore sgradevole di tanta serenità persa per sempre.
E' una pillola strana quella che voglio ingoiare con un poco di zucchero... è una pillola che spesso torna sù ad avvelenare la bocca e che capisci che non puoi sputare ne' digerire. Puoi solo tentarte di addolcirla.
 



prima di colazione
Post n°768 pubblicato il 03 Luglio 2010 da sednaa
 
Tag: sfide
Alice rise: “È inutile che ci provi”, disse;
“non si può credere a una cosa impossibile”.
“Oserei dire che non ti sei allenata molto”,
ribattè la Regina. “Quando ero giovane,
mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno.
A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione”.
Lewis Carroll, da “Alice nel paese delle meraviglie”
 
 
Io comincerò con alcune possibili, ché ultimamente non riesco a credere neanche a quelle... Ne ho giusto in mente una. Vediamo?
 


 

 



 

di vista, sviste, lati oscuri e lati nebbiosi
Post n°766 pubblicato il 29 Giugno 2010 da sednaa
 
 
Non ci vedo chiaro.
Non dico in senso metaforico... mi è davvero scesa una nebbia nell'occhio destro, anzi, una specie di tenda fatta di tanti puntini piccoli piccoli e fitti fitti,  accompagnata da grovigli di fili neri che si muovono vorticosamente.
Ok, in realtà la metafora la potrei trovare anche abbastanza facilmente... La nebulosa di idee e pensieri che ultimamente tende a destabilizzarmi più del solito, è scesa nell'occhio... gli animaletti neri, invece sono i miei demoni oppure le famose matasse ingarbugliate di qualche post fa.
La spiegazione, invece,  è molto più semplice... gli occhi sono sempre stati uno dei miei punti deboli... chiari e delicati, forse persino belli un tempo, ma assolutamente poco funzionali con quella curvatura inadeguata che si traduce in miopia spinta, corretta e camuffata da miracolose e benedette lenti a contatto che però, alla lunga, non hanno certo giovato alle condizioni del fondo.
Ma, niente paura, è tutto sotto controllo e nessuno si accorge di niente... che è come ho sempre gestito non solo i miei problemi di vista ma anche tutti gli altri e la mia vita in generale. Nascondere sempre le mie difficoltà.
Ovviamente, con il passare del tempo diventa sempre più difficile... un paio di lenti a contatto, a quattordici anni, ti sembrano magiche, sei quasi convinta che cancellino tutto il problema come se fossero occhi nuovi in sostituzione di quelli rotti. Poi qualche piccolo disagio, la polvere, i tuffi, le irritazioni,  guidare di notte... ma in qualche modo si ovvia sempre.  Con il primo distacco del vitreo ho dovuto rifare i conti con il fatto che la magia non esiste... proibite le confortevoli lenti morbide, eccomi costretta a quelle gas permeabili, ma io sono un tipo adattabile, l'ho sempre detto e così  mi adatto. Anche a quel filo nero che mi rimane nell'occhio e che, fortunatamente è quasi sempre un po' di lato... il mio animale domestico, lo chiamo.
Anche adesso, con il nuovo distacco nell'altro occhio, tutto come al solito...  i primi giorni disorienta, sembra di stare in uno di quei sogni sfuocati, ma faccio finta di niente... con un po' di fortuna, diradata la nebbia, rimarrà qualche filo ed io mi adatterò di nuovo, la mia visione totale avrà subito un piccolo ennesimo calo che io tenterò di compensare con personali ed a volte fantasiosi accorgimenti.
Eppure, questa volta, ho accusato un po' il colpo. Insomma, aumentano i problemi e cala la vista... un giochino che non può essere eterno, no? Come dico sempre al mio oculista, non vorrei passare dall'ottico al canile....
Ma la mia considerazione non è stata solo questa. Cosa ha voluto dirmi il mio organismo? Si, che sto tirando troppo la corda e forse mi trascuro, ok, questo è banale.... E che non sono più la ragazza a cui ridevano gli occhi, ma questa è un'altra storia...
Forse, però, vuole dirmi anche che non ci vedo chiaro, appunto. In effetti è anche questa sensazione di perdita dell'obiettività che mi attanaglia ultimamente, il ragionamento che si fa labile e spesso inafferrabile... scrivere, anche qui, pensieri che si trasformano subito dopo e non sono più attuali anche se poi girano tutti intorno alle stesse inevitabili conclusioni. In effetti, con la mia testa sto cercando di fare come per l'occhio: lasciar depositare la nube sperando che i tratti tornino nititdi.
E se mi volesse dire ancora di più? Se il messaggio fosse proprio quello che le difficoltà, alla lunga, non possono essere più celate? Che non è sempre possibile adattarsi? Voglio dire, prendiamo ad esempio la mia emotività che io ho sempre gestito, domato e travestito da apparente calma, compostezza, razionalità e persino  freddezza...  ma emotiva rimango, proprio come i miei mille  espedineti non mi faranno diventare mai una "vera vedente"! Ora, a me non piace mostrarmi troppo emotiva come odio tirar fuori i miei occhiali, ma forse devo iniziare a mettere in conto che potrebbe capitare...
Ad ogni modo, oggi ho ragionato così e domani magari cambierò idea. perché una cosa è ormai certa: io non ci vedo chiaro.
 
 


 

 

sensi gravitazionali
Post n°765 pubblicato il 19 Giugno 2010 da sednaa
 
 
L'inspiegabile è quando hai finito le parole e ti restano solo gli asterischi.
 
 


 

 



(in)sofferenze e (a)simmetrie
Post n°764 pubblicato il 18 Giugno 2010 da sednaa
 
(di come certe cose non cambiano mai e invece poi ti accorgi che cambiano)
 
E' tutto un fatto di simmetrie.
Ci pensavo stamani mentre mi truccavo... il che rappresenta già un evento insolito considerato il periodo di insofferenza verso me stessa che sto passando... Ma, ad ogni modo, mi stavo truccando, niente di elaborato, solo la linea nera sopra le palpebre ed una passata di mascara. Ho già scritto di come il mio tremore  alla mano renda sempre incerto il risultato di questa banale operazione...  Si, l'ho già scritto. Il problema è proprio questo, scrivi di qualcosa e sembra che tutto cominci e finisca in quel post e invece certe cose si ripetono puntualmente ogni giorno ed è logico, perché tu scrivendole le hai volute fermare, ma  la tua vita mica è un blog, la tua vita è fatta anche di cose che non cambiano mai...
Comunque, tornando al trucco... il fatto è che ho le linee degli occhi, lievemente asimmetriche, anche le labbra a dire il vero, e se  il trucco che dovrebbe  correggere la piccola differenza, risente della mancanza di mano ferma, il risultato non riesce mai ad essere soddisfacente. Rimani lievemente asimmetrica.
E mentre ci pensi,  ti rendi conto che forse anche queste pagine hanno un po' perso la loro simmetria.
 
"(...) perché la parola insofferenza, lo puoi vedere leggendola o sentire pronunciandola, è composta quasi interamente da sofferenza, con quell'in davanti che puà significare anche dentro. Qualunque giorno della settimana, qualunque giorno del mese, qualunque giorno dell'anno."
(Paradossalmente-R.Fabbrini)
 


 

 

la legge dei fili rotti (e dei ricordi smarriti)
Post n°763 pubblicato il 17 Giugno 2010 da sednaa
 
(Di come un giorno decidi che sei stanca di capire le ragioni dei comportamenti degli altri e decidi di riscrivere certe storie)
 
C'è una regola su Sedna che riguarda la comproprietà dei ricordi... Stabilisce che, se dopo una certa quantità di tempo, uno dei coinvolti nel ricordo non ne rinnova l'interessamento, questi perde ogni diritto su di esso e che quindi l'effettiva proprietà passa all'altra persona che ne può disporre come meglio crede.
Si diventa così unici padroni di quel ricordo, per cui non si ha più il dovere di una piena obiettività verso l'accaduto e se ne possono dare tutte le interpretazioni che si vogliono senza che il precedente comproprietario possa lamentarsi.
Bene. Sono appena diventata proprietaria esclusiva di un ricordo. Ho analizzato numeri e parole e l'ho definitivamente inquadrato come fantasia mai  accaduta.
 
 


 

 

 

 

"l'anno, il posto, l'ora"
Post n°761 pubblicato il 16 Giugno 2010 da sednaa
 
(Di come ripercorrere la propria vita senza la naturale progressione ma a grandi balzi, permette di vedere come i piccoli cambiament generino vere trasformazoni... e ti portino a conclusioni che non dici)
Prendiamo questa faccenda dei mondiali. Il quattro nel quarantacinque ci sta undici volte e tanti sono i fermi immagine che posso osservare. Ma dei mondiali in Inghilterra e in Messico non ho alcun ricordo se non gli aneddoti che mio padre mi ha raccontato mille volte e che si sommano a quelli ripetuti in tv. Che poi, nel sessantasei avevo un anno ma non mi risulta possedessimo un televisore, nel settanta si ma credo che allora per me significasse più che altro Stalio e Olio (io li chiamavo così), canzonissima e gli sceneggiati.
Le prime vaghe immagini che rammento sono relative alla finale  del settantaquattro in Germania, ma il calcio non mi interessava per niente allora e quindi si tratta davvero solo di un flash (ricordo un giocatore che si inginocchiava al termine della parita, ma potrei essermelo sognato).
Ma quelli del settantotto in Argentina me li ricordo tutti e bene, segno evidente che in quei quattro anni avevo, se così si può dire, maturato tutta la mia coscienza sportiva (sono quelli gli anni in cui ricordo anche le  prime gare di Formula Uno). La spiegazione è fin troppo logica ed è che nello sport avevo trovato finalmente un punto di unione o, comunque, di dialogo con il mio babbo.
L'ottantadue è quasi banale citarlo... credo che sia stampato enfaticamente nella mente di tutta la mia generazione e quelle vicine... è il nostro  top. Non ero più una ragazzina e quell'estate me la ricordo assai bene, con le partite guardate nel maxischermo di una ex discoteca e con i dopo partita nei divanetti in penombra. Ma per la fase finale ero al mare di nuovo con mio padre ed i festeggiamenti furono limitati per me. Se ci penso, anche questo è rappresentativo di quegli anni.
L'anonimo mondiale dell'ottantasei me lo ricordo in pizzeria, dove in estate lavorava il mio ragazzo e dove successivamente avrei lavorato anche io (tanto stavo lì comunque) per qualche stagione.
Le partite del novanta in Italia, invece, me le ricordo in casa di amici che erano  tutti diversi da quelli di quattro anni prima e quelli del novantaquattro sempre con gli stessi amici ma in casa mia, quella da sposata, a parte la finale in cui eravamo altrove (l'avevo detto io di non cambiare....).
Nel novantotto ancora in casa, con mia figlia piccolina, ma non sempre in compagnia e se ci penso direi che è in questo periodo che qualcosa si rompe dentro e fuori dalle mura.
Ed arriva il duemiladue... "l'anno" di svolta, il mio personale confine tra il prima e il dopo. Quel mondiale del sol levante è in assoluto quello che ho visto di più e forse seguito di meno, coincide con l'ospedale di mio marito e la tv era sempre accesa sia lì, sia nella cameretta in affitto dove stavo... compreso quel giorno in cui rimase accesa tutto il giorno senza volume... Non ricordo neanche chi vinse.
Ma ecco il duemilasei, di nuovo campioni... non è strano che abbia tutto un altro sapore, no? E' l'entusiasmo che è scemato oppure è che questi intervalli di quattro anni sembrano sempre più corti? Gli eventi che ci colgono in momenti della vita diversi eppure che nel complesso appaiono ripetitivi.
E' un po' come questo blog... si trasforma e cresce con me eppure i temi si ripetono, i post si rincorrono in emozioni che sono sempre le stesse, con quella sensazione che tutto sia stato già detto. Ma c'è sempre un'altra partita da giocare.
E un anno, un post(o) e
un'ora.
 


 

 



 


 

Descrizione: Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - modifica - elimina

Nessun commento:

Posta un commento