altri specchi

Post n°567 pubblicato il 03 Agosto 2009 da sednaa

                                                                         com'è triste l'uomo solo
                                                                         che si guarda nello specchio
                                                                         ogni giorno un po' più vecchio
                                                                         che non sa con chi parlare...

Non posso scrivere qualcosa su mio padre e chiamarlo "mio padre"...
Da noi "papà" non esiste e "padre" ha un sapore di stondatura... no, da noi esiste babbo, ed il proprio babbo è solo ed esclusivamente "il mi' babbo".

E' la terza notte che passo in ospedale con lui e la cosa mi sembra un po' strana. Sarà che era l'unica persona intorno a me che stava bene, sarà che anche adesso è quello che materialmente mi aiuta di più, sarà che nel bene e nel male è stato e continua ad essere il mio riferimento, la mia coscienza, le mie radici, la mia integrità... sarà che sono davvero stanca di ospedali... Non so... O forse la cosa strana è quel ritrovarsi legati malgrado tutte le nostre resistenze, intimi malgrado i nostri pudori.
Ci pensavo prorprio questa notte mentre osservavo il comportamente di un'altra figlia con il suo babbo. E' una mia amica tra l'altro e ci siamo trovate nella stessa stanza. Lei è dolce e premurosa, gli parla in continuazione, lo chiama persino tesoro e lui la chiama bella.

Io e il mio babbo non siamo così. Siamo di poche parole tra noi e soprattutto di poche effusioni. Credo che ci sia stato un tempo, ma non è stato di certo coincidente, in cui abbiamo anche sofferto per questa mancanza di affettuasità tra noi. A volte avverto il suo imbarazzo tangibile quanto il mio, specie quando abbiamo davanti agli occhi un confronto, come stanotte.
Eppure, mi piace pensare che, alla fine, abbiamo trovato un certo equilibrio anche tra le spine di quel cactus che è il nostro rapporto... Mi pare di intravederlo nel suo sguardo che mi cerca in fondo al letto, nei comandi spicci che continua a farmi e nelle inevitabili correzioni che non mi risparmia, nei lunghi silenzi che ci concediamo.
No, lui non mi chiamerà mai bella e non mi dirà mai brava ed io non lo sbaciucchierò chiamandolo babbino... Ma forse è tempo di smettere di fare confronti, no?


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