la regina del mambo
Post n°570 pubblicato il 07 Agosto 2009 da sednaa
Regola numero 1: un compagno di viaggio non deve essere necessariamente anche il proprio salvatore.
Regola numero 2: un compagno di viaggio è preferibile sia di sesso opposto.
Regola numero 3: mmm… ok, scriverò le regole mano a mano che risulteranno necessarie.

Sulla Terra avevano uno strano concetto dei rapporti personali. Gli esperti… si, perché sulla Terra c’erano pure degli esperti di rapporti personali, figuriamoci se non ci fossero stati… gli esperti dicevano che era tutto riconducibile a problemi di comunicazione e questo, effettivamente, poteva spiegare tutto l’ingarbugliamento…
Anche lei, del resto, da quando si trovava lì aveva difficoltà a relazionarsi, ma la sua situazione era un po’ più complessa… insomma, quando uno proviene da un altro mondo, qualche piccolo problema di interfaccia ci sta…
Comunque, il compagno di viaggio le serviva e lo voleva di sesso opposto al suo. Questo poteva rendere ulteriormente difficile la scelta perché sulla Terra uomini e donne avevano una certa tendenza a complicare i rapporti tra loro. I motivi erano diversi e tutti a lei molto poco chiari. C’era ad esempio uno strano antagonismo ed un’atavica questione di disparità che faticava a comprendere.
Per farla breve, sembrava che sulla Terra le differenze tra individui tendessero a dividere anziché unire. Tutto veniva considerato come “qualcosa di più” o “qualcosa di meno” ed era una continua disputa sul decidere cosa fosse più importante. L’uomo che aveva la forza fisica, la donna che generava la vita, chi era più pratico, chi più emotivo, la visione diversa del mondo, il modo di ragionare…
Tutto ciò era veramente strano. La diversità era una ricchezza secondo lei. Di un uomo lei apprezzava la linearità di ragionamento che poteva compensare un certo approccio contorto che, invece, riconosceva in se stessa. Il punto di vista maschile era interessante e proficuo  se si lasciavano da parte orgogli e desideri di supremazia. E se, ovviamente, dall’altra parte si faceva altrettanto.
E poi c’era tutta la faccenda del sesso e dell’amore, ma qui lei aveva le idee ancora molto confuse e cercava di stare alla larga da tali implicazioni.
Mmm… forse sarebbe stata necessaria una regola su questa cosa… Doveva pensarci.
Magari sarebbe stato proprio quel primo candidato a fornirle qualche suggerimento. Senza saperlo, certo. Anzi, lui non sapeva neanche di essere un candidato, ancora.
Gemini lo guardò mentre era voltato di spalle e ignaro della sua analisi. Era più semplice capire, così.
La cosa bella degli abitanti della Terra, era che alcuni aspetti del loro carattere e del loro vissuto, restavano impressi nel loro aspetto, nel modo di muoversi, di parlare… Se si aveva la pazienza di osservare si capivano molte più cose di quante ne emergessero da una raffica di domande.
Ma in realtà, fu  quando lui si voltò e la studiò a sua volta che Gemini capì che la sua ricerca era probabilmente già terminata. Forse con quella prima occhiata lui non aveva capito come lei fosse davvero, ma di sicuro aveva percepito come non era. E questo, sulla Terra, era decisamente un bene.
Regola numero 3: un compagno di viaggio deve conoscere la differenza tra una principessa e una regina.


Dov'è quel cuore, dov'è
datemi un coltello, un coltetto per favore
dov'è quel cuore bandito che ha tradito
il mio povero cuore, lo ha smontato e finito
dov'è
Tu leggimi ta mano e poi dimmi se il suo cuore
è vicino o se è andato tontano
se gira per l'Europa, occhi neri
il suo cuore si è seccato, è diventato una scopa
se d'amore è proprio vero che non si muore, non si muore
cosa faccio nudo per strada mentre piove
e c'è di piu,
non dormo da una settimana,
per quel cuore di puttana
sono andato al cinema e mi han mandato via
perché piangevo forte e mangiavo la sua fotografia
e tu, e tu
datemi un coltello, un coltello per favore
dov'è quel cuore marziano
se ne è andata sbattendo la porta e avevo in mezzo la mano
dov'è la diva del muto
è una minaccia per tutti il suo cuore, il suo cuore ad imbuto
dov'è, dov'è, dov'è
scende dal tram e si avvicina e fa due passi
di Mambo
si sente molto furba e carina dice:
con te non ci rimango
io col cuore in cantina, ma sono un uomo e dico:
vattene via
leva il tuo sorriso dalla strada
e fai passare la mia malinconia
e porta via gli stracci, i tuoi fianchi e quella
faccia da mambo
e quella falsa allegria per trasformare in sorriso
anche l'ultimo pianto
tu, si, proprio tu, che non hai mai paura
chiedi se qualcuno ti presta la faccia
stai facendo una brutta figura
La mia regina del mambo
se ci ripenso preferisco ritornare in cantina
che avere te, ancora al mio fianco.
Lucio dalla - Mambo






colori proibiti
Post n°569 pubblicato il 06 Agosto 2009 da sednaa

Gemini era una principessa come tante. Nulla di particolare, solo una tra la moltitudine di principesse che si potevano incontrare ogni giorno. Nulla di veramente interessante, non bella, non brutta, non intelligente, non stupida.  Questo non era male nel suo pianeta, anzi, era decisamente una buona cosa... la normalità veniva considerata un ottimo punto di partenza. Perché era il punto di arrivo quel che contava veramente.
Se lo si aveva, ovviamente.
La cosa che Gemini ricordava meglio del suo pianeta, era proprio il fatto che tutti quanti conoscevano esattamente la propria direzione. Si muovevano, insomma, su un segmento, con un punto di origine ed uno di fine, entrambi ben chiari. Quindi, per quel che ne sapeva, anche lei doveva aver avuto quelle stesse certezze. Non ricordava un solo giorno in cui si fosse sentita diversa o sperduta..
Ma, il fatto era, che adesso di quella consapevolezza non restava assolutamente nulla. A parte l'origine, certo.
Per quel che riguardava il punto di arrivo, vuoto assoluto.
Però, avere un'origine non era comunque cosa da poco. In fondo bastava procedere dritti per essere sicuri di percorrere una linea retta, no? Per cui prima o poi si sarebbe giunti ad una qualche destinazione.
Bene, questo era importante. Aveva un inizo ed una strada da percorrere. Adesso le serviva solo un compagno di viaggio. A Gemini non piaceva viaggiare da sola.
Il compagno di viaggio non doveva essere necessariamente un principe. Questa era una leggenda metropolitana che aveva trovato sulla Terra. Lì, i principi andavano alla grande... stavano praticamente nei sogni di tutte. Nel suo pianeta, invece, non se ne vedeva traccia, segno evidente che non ne era stato mai sognato nessuno.
Gemini sorrise al ricordo di come qualsiasi sogno, sul suo pianeta si materializzasse nel giro di pochi secondi... se questo fosse stato possibile anche sulla Terra, il mondo sarebbe stato pieno di principi!
Ma stava divagando... un compagno di viaggio le serviva e senza il potere della materializzazione, lei non aveva la più pallida idea di dove trovarlo.
Anche sulle caratteristiche aveva le idee poco chiare. Beh, di sicuro doveva essere attento. L'attenzione era un grande valore sul suo pianeta. Risparmiava tanti malintesi e permetteva di guadagnare tempo. Perché non c'era domanda che da qualche parte non avesse anche la propria risposta ed occorreva molta attenzione per individuarla in fretta. Gemini era un'osservatrice, si, ma tendeva alla distrazione per cui aveva bisogno di qualcuno più attento di lei.
Adesso che aveva un primo elemento su cui basare la selezione, era più tranquilla... il resto sarebbe arrivato di conseguenza, ne era sicura.
Fu così che conobbe il primo candidato.



 



è troppo piccolo da me...
Post n°568 pubblicato il 05 Agosto 2009 da sednaa

Tag: visioni

Da dove veniva lei, la gente non credeva alle favole. Anzi, nessuno sapeva neanche cosa fossero le favole. Non che non conoscessero draghi, orchi, fate, principi e principesse, solo che queste cose non stavano dentro a delle favole, ecco.
Da dove veniva lei, anche essere principesse non era una particolarità, ma questo lei non andava certo a dirlo in giro: la gente ti guarda male se dici che sei una principessa!
Del resto, lì dove era adesso, le principesse erano roba seria, avevano caratteristiche precise che lei era ben sicura di non possedere. Ad esempio, se lo erano per nascita, dovevano essere figlie di re e regine, oppure potevano diventarlo sposando un principe.
Poi esistevano le principesse “di animo” ma in quel caso occorrevano doti personali veramente speciali. Indiscutibili. Lei non si avvicinava neanche lontanamente a quella tipologia.
Infine c’erano le principesse “di aspetto”, ma bisognava essere almeno bellissime, oppure diventarlo grazie alla chirurgia estetica… era necessario avere un certo stile o, comunque, acquisirlo in apposite scuole. Insomma, non era facile.
Invece, da dove veniva lei, tutte quante nascevano principesse e non c’era nulla di originale.  Ma anche questa faccenda dell’originalità era una cosa decisamente nuova per lei. Lì sembravano avere tutti questa esigenza di distinguersi dagli altri ma a lei pareva uno sforzo assolutamente inutile: più si sforzavano e più si modellavano gli uni con gli altri. Tante singolarità tutte uguali.
Da dove veniva lei non era così. Non c’era questa ricerca ossessiva di essere particolari. Anzi, lo scopo principale della vita era proprio quello di trovare punti in comune con più persone possibili, in modo da tessere una sorta di tela immaginaria dai colori armonici. La parte più difficile era semplicemente trovare il punto preciso dove collocarsi in modo da rispettare la scala cromatica. Si, e cercare il filo gemello, ma quello era un altro discorso…
Inizialmente aveva pensato che nulla di quella strana realtà che aveva incontrato, avrebbe modificato quel che lei era ed il suo ruolo nel progetto di tessitura ma poi aveva scoperto questi accidenti di favole e tutto si era ulteriormente complicato.
Che la gente avesse bisogno di favole era, tutto sommato, abbastanza comprensibile. Da quel che aveva visto, lì la fantasia non era un ingrediente  legittimo come dalle sue parti, non prevedeva materializzazioni e roba del genere e così la gente si accontentava di immaginare contesti e componenti alternative… secondo lei, ne aveva anche molto bisogno, visto quel che c’era in giro…
Ciò che l’aveva veramente disorientata era la questione delle principesse da salvare. Nelle favole ce ne era spesso una e la cosa aveva anche una sua logica: quei racconti erano sempre pieni zeppi di pericoli, minacce e nemici, era ovvio che la povera principessa avesse bisogno anche di un aiuto esterno… Il fatto strano era che anche lei si era sentita in qualche modo così ma, assurdamente, non riusciva ad individuare i contorni della sua storia, i personaggi, la vicenda. Da cosa doveva essere salvata lei? E, soprattutto, chi l’avrebbe fatto?
Un bel problema trovare qualcuno disposto ad aiutarla se neanche lei sapeva bene da cosa…
Che poi, per lei, era abbastanza strano sentire quello strano bisogno di dipendenza da qualcuno. Era abituata a contare su se stessa e la collaborazione con il prossimo era sempre stata naturale e priva di quella componente di ansiosa necessità che adesso sentiva. Un po’ come se lei avesse la chiave per aprire solo alcuni cassetti e non ad altri  il cui accesso era consentito solo a qualcun altro.
Oh, la storia si confondeva ancora di più… chiavi, cassetti, e custodi… da dove doveva iniziare a cercare? Andava trovato prima il problema o prima il salvatore?
Aveva provato a pensarci, ad immaginare qualcosa, ma stranamente non era apparso nulla di tangibile, come accadeva a casa sua...
"Questo è davvero un mondo strano", si disse guardando il cielo come alla ricerca di una risposta. Doveva essercene una da qualche parte... C'era sempre una risposta. Che la sua missione fosse quella? Il destino di ogni principessa, in fondo era trovare il proprio intreccio di fili, no? Magari quello era il suo... magari era nella tela sbagliata, magari c'erano altri colori, altri fili, altri cieli...
Chissà.

Watching waiting rising falling
Listening calling Drifting
Touching feeling seeing believing
Hoping sending leaving
I couldn't say why you and I are gemini
If I tried to write a Million words a day
I see your shadow coming closer
Then watch you drifting away

Watching Waiting rising falling
Listening calling Drifting
Touching feeling seeing believing
Hoping Sending leving
I couldn't say why you and I are gemini
We are travelling a million worlds away
I see your Shadow coming closer
Then watch you drifting away
 


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